IL SITO DI SCORNIA, UN UNICUM PER LA LETTURA DEL LAY-DOWN DELLA
LITURGIA OCCIDENTALE.
THE SCORNIA SACRIFICAL AREA
At the top of the Caprione Promontory (etymology from the Oscan kaprum and from the Sanscrit
Kap-hri) there is an area composed of the following sections:
Lustratio = in this sub-area there is a dolina in which, in ancient time, there was water. Around there is a stone with a vulviforme hole, trimmed to the Sunrise at the winter solstice
Confarreatio = In this sub-area there are:
-a stone with a canal to offer sacrifical beverage;
-a twin-saddle stone (Tantric-canoe);
-a stone altar made in triangular section;
Asa = this sub-area was used for sacrifical liturgy. It is made by a stone-circle and into it we may see an altar made in triangular section and an ara, made in two parts (the base and the saddle).
Solium = this sub-area is made by two trenches, one oriented to the Equinoctial Sunrise, and one oriented in Meridian line (the templum). At the center of the cross there is the solium (the stone-chair of the Augur).
Nel Promontorio del Caprione (etimologia paleo-umbra dal kaprum, il capro espiatorio e dalla voce sanscrita kap-hri) vi è il sito di Rocchette di Scornia (etimologia celtica da skeir-na = il luogo delle rocce) un sito sacro che presenta ancora intatti tutti gli elementi della liturgia occidentale, distribuiti nel territorio, così come sono descritti dalle Tavole di Gubbio (per il confronto con la Bibbia si vedano i libri del Levitico e del Deuteronomio). Le varie parti del sito vengono indicate utilizzando la terminologia latina:
Lustratio = area destinata alle abluzioni;
Confarreatio = area destinata ai matrimoni ed alle offerte non cruente;
Asa = il cerchio attorno all’ara sacrificale per i sacrifici cruenti;
Solium = il templum con le trincee orientate in meridiano ed in equinoziale ed il seggio del sacerdote-augure.
L’area della Lustratio è collocata in basso, presso quella che è stata riconosciuta come una dolina che in antico conteneva acqua. L’acqua doveva sgorgare da una pietra con seggio vulviforme posta proprio sopra la dolina. In prossimità si nota una pietra con un seggio vulviforme passante, di natura antropica, che pare orientato al sorgere del Sole al solstizio d’inverno (l’osservazione diretta è ora resa impossibile dalla presenza di una casa)(fig.1). Si noti come nel Caprione esistesse una abbondante presenza di acquiferi di superficie, fra cui l’acqua termale dei Branzi, di cui sono state trovate la concrezioni saline, formatasi probabilmente in un periodo databile dal 20000 al 15000 a.C..Questa vena d’acqua, simile nella composizione alle acque di Montecatini e di Bagni di Lucca, sgorga ora a livello del mare presso gli Stagnoni (durante la costruzione della bretella autostradale per Lerici sono state rilevate fuoriuscite di acqua ad una temperatura di 44° ed una pressione di 8 atmosfere).
L’area della Confarreatio si raggiunge dall’area della Lustratio salendo attraverso un camminamento di grande massi. L’area è stata così indicata per rammentare la tradizione romana di offrire il farro, come elemento propiziatorio per gli sposi (oggi si getta il riso). L’area è caratterizzata da una grande pietra che presenta una scanalatura per tutta la sua lunghezza verticale, che sembra utilizzabile per far scorrere offerte di liquidi (sacrificio della bevanda nelle Tavole di Gubbio). Questa ipotesi, proposta da alcuni sperimentatori di “chanelling”, sembra confermata dal fatto che, appena sotto il primo strato di humus (1 centimetro) sono stati rinvenuti piccoli frammenti di vetro assai sottile, cosa insolita ed inaspettata se ci si trovasse soltanto in mezzo ad un bosco, ma assai significativa in termini probabilistici quando ci si trova in un sito dove, attraverso la survey, è stata fatta una precedente ipotesi di area sacra (teorema di Bayes sulle probabilità composte).
In quest’area esiste anche un piccolo altare triangolare, di circa 80 centimetri di altezza (trattasi di un tremnu per offerte non cruente, quali fiori, foglie, frutti?)(fig.2). Dopo la prima survey su questa parte del sito è emersa, attraverso la percezione di una giovane donna capace di “channeling”, la presenza di una pietra a doppia sella, immersa nel macchione di rovi. Grazie alla sua insistenza è stato messo mano al machete e così è emersa questa inedita pietra, certamente di origine antropica, in seguito classificata come “canoa tantrica” dopo numerosi sopralluoghi di diversi esperti di liturgie orientali (fig. 3-4). Questa pietra doveva servire per armonizzare i giovani dei due sessi, prima delle feste interlunari per la celebrazione dei matrimoni, che si tenevano al solstizio d’estate (dapprima esisteva il tabù del sesso, per evitare la morte di giovani donne che non avessero ancora raggiunta la giusta dimensione del bacino).
L’area definita come Asa nella liturgia osco-umbra (Asa è lo spazio attorno all’ara, e deve la sua etimologia alla voce sanscrita ash = cenere) è contigua all’area della Confarreatio in direzione verso est. E’ costituita da un cerchio di pietre, e mostra al centro un masso a sezione triangolare di circa 80 centimetri di altezza (fig.5). A fianco un’ara sacrificale formata di due parti: la base e la pietra a sella (fig.6). Le analisi spettrografiche, eseguite su due particelle di pietra prelevate dalla base e dalla sella, hanno fornito la risposta che queste due diverse qualità di pietre stanno in successione inversa rispetto alla successione naturale degli strati presenti nel sito, dimostrando con ciò la avvenuta costruzione antropica del reperto.
Dall’Asa, attraverso un camminamento di grandi pietre, si raggiunge il templum, cioè lo spazio suddiviso in quattro parti attraverso la direzione equinoziale (sorgere equinoziale)(fig. 7) e la direzione meridiana. Al centro delle due trincee sta il solium (figg. 8-9) cioè il seggio ove sedeva il sacerdote–augure per controllare il volo degli uccelli augurali, cioè gli uccelli scelti per determinare la volontà della divinità nell’accettazione o meno del sacrificio (nelle Tavole di Gubbio picchio verde e cornacchia da occidente, picchio e gazza da oriente, ma anche altri uccelli, che dalla toponomastica parrebbero il corvo ed il falco).
BIBLIOGRAFIA:
A.Ancillotti, R. Cerri – LE TAVOLE DI GUBBIO E LA CIVILTA’ DEGLI UMBRI – Edizioni
Jama, Perugia, 1996
A. Baldassari, E.Calzolari et alii – MISTERI DI LUNIGIANA…QUELLA DIVINA LASAGNA –
Luna Editore, La Spezia, 1998
G. Brozzo - LE ACQUE TERMO-MINERALI DEL GOLFO DELLA SPEZIA- Luna Editore, La
Spezia, 1998
E. Calzolari - LA COMUNITA’ DI FABIANO, SEGNI, RITI E MITI DI INDOEUROPEI, CELTI
ED ARIANI SULLE ALTURE DEL GOLFO DELLA SPEZIA – Luna Editore, La
Spezia, 1994
E. Calzolari - The Scornia’s Sacrifical Area – Abstracts “XIII INTERNATIONALE CONGRESS
OF PREHISTORY AND PROTOHISTORIC SCIENCES, FORLI’, 1996
E. Calzolari, D. Gori – MISTERI DI LUNIGIANA…LA FARFALLA DORATA – Luna Editore,
La Spezia, 2000
G. Maruotti – ITALIA SACRA PREISTORICA, LA DIMENSIONE EUROPEA DELLE
TAVOLE DI GUBBIO - Amministrazione Provinciale della Capitanata, Foggia,
1990
G. Maruotti – NELLE TAVOLE DI GUBBIO TRACCE INDO-EUROPEE – Le Monnier, Firenze,
1996
SACRA BIBBIA – Pentateuco – Libro del Levitico, Libro del Deuteronomio
At the top of the Caprione Promontory (etymology from the Oscan kaprum and from the Sanscrit
Kap-hri) there is an area composed of the following sections:
Lustratio = in this sub-area there is a dolina in which, in ancient time, there was water. Around there is a stone with a vulviforme hole, trimmed to the Sunrise at the winter solstice
Confarreatio = In this sub-area there are:
-a stone with a canal to offer sacrifical beverage;
-a twin-saddle stone (Tantric-canoe);
-a stone altar made in triangular section;
Asa = this sub-area was used for sacrifical liturgy. It is made by a stone-circle and into it we may see an altar made in triangular section and an ara, made in two parts (the base and the saddle).
Solium = this sub-area is made by two trenches, one oriented to the Equinoctial Sunrise, and one oriented in Meridian line (the templum). At the center of the cross there is the solium (the stone-chair of the Augur).
Nel Promontorio del Caprione (etimologia paleo-umbra dal kaprum, il capro espiatorio e dalla voce sanscrita kap-hri) vi è il sito di Rocchette di Scornia (etimologia celtica da skeir-na = il luogo delle rocce) un sito sacro che presenta ancora intatti tutti gli elementi della liturgia occidentale, distribuiti nel territorio, così come sono descritti dalle Tavole di Gubbio (per il confronto con la Bibbia si vedano i libri del Levitico e del Deuteronomio). Le varie parti del sito vengono indicate utilizzando la terminologia latina:
Lustratio = area destinata alle abluzioni;
Confarreatio = area destinata ai matrimoni ed alle offerte non cruente;
Asa = il cerchio attorno all’ara sacrificale per i sacrifici cruenti;
Solium = il templum con le trincee orientate in meridiano ed in equinoziale ed il seggio del sacerdote-augure.
L’area della Lustratio è collocata in basso, presso quella che è stata riconosciuta come una dolina che in antico conteneva acqua. L’acqua doveva sgorgare da una pietra con seggio vulviforme posta proprio sopra la dolina. In prossimità si nota una pietra con un seggio vulviforme passante, di natura antropica, che pare orientato al sorgere del Sole al solstizio d’inverno (l’osservazione diretta è ora resa impossibile dalla presenza di una casa)(fig.1). Si noti come nel Caprione esistesse una abbondante presenza di acquiferi di superficie, fra cui l’acqua termale dei Branzi, di cui sono state trovate la concrezioni saline, formatasi probabilmente in un periodo databile dal 20000 al 15000 a.C..Questa vena d’acqua, simile nella composizione alle acque di Montecatini e di Bagni di Lucca, sgorga ora a livello del mare presso gli Stagnoni (durante la costruzione della bretella autostradale per Lerici sono state rilevate fuoriuscite di acqua ad una temperatura di 44° ed una pressione di 8 atmosfere).
L’area della Confarreatio si raggiunge dall’area della Lustratio salendo attraverso un camminamento di grande massi. L’area è stata così indicata per rammentare la tradizione romana di offrire il farro, come elemento propiziatorio per gli sposi (oggi si getta il riso). L’area è caratterizzata da una grande pietra che presenta una scanalatura per tutta la sua lunghezza verticale, che sembra utilizzabile per far scorrere offerte di liquidi (sacrificio della bevanda nelle Tavole di Gubbio). Questa ipotesi, proposta da alcuni sperimentatori di “chanelling”, sembra confermata dal fatto che, appena sotto il primo strato di humus (1 centimetro) sono stati rinvenuti piccoli frammenti di vetro assai sottile, cosa insolita ed inaspettata se ci si trovasse soltanto in mezzo ad un bosco, ma assai significativa in termini probabilistici quando ci si trova in un sito dove, attraverso la survey, è stata fatta una precedente ipotesi di area sacra (teorema di Bayes sulle probabilità composte).
In quest’area esiste anche un piccolo altare triangolare, di circa 80 centimetri di altezza (trattasi di un tremnu per offerte non cruente, quali fiori, foglie, frutti?)(fig.2). Dopo la prima survey su questa parte del sito è emersa, attraverso la percezione di una giovane donna capace di “channeling”, la presenza di una pietra a doppia sella, immersa nel macchione di rovi. Grazie alla sua insistenza è stato messo mano al machete e così è emersa questa inedita pietra, certamente di origine antropica, in seguito classificata come “canoa tantrica” dopo numerosi sopralluoghi di diversi esperti di liturgie orientali (fig. 3-4). Questa pietra doveva servire per armonizzare i giovani dei due sessi, prima delle feste interlunari per la celebrazione dei matrimoni, che si tenevano al solstizio d’estate (dapprima esisteva il tabù del sesso, per evitare la morte di giovani donne che non avessero ancora raggiunta la giusta dimensione del bacino).
L’area definita come Asa nella liturgia osco-umbra (Asa è lo spazio attorno all’ara, e deve la sua etimologia alla voce sanscrita ash = cenere) è contigua all’area della Confarreatio in direzione verso est. E’ costituita da un cerchio di pietre, e mostra al centro un masso a sezione triangolare di circa 80 centimetri di altezza (fig.5). A fianco un’ara sacrificale formata di due parti: la base e la pietra a sella (fig.6). Le analisi spettrografiche, eseguite su due particelle di pietra prelevate dalla base e dalla sella, hanno fornito la risposta che queste due diverse qualità di pietre stanno in successione inversa rispetto alla successione naturale degli strati presenti nel sito, dimostrando con ciò la avvenuta costruzione antropica del reperto.
Dall’Asa, attraverso un camminamento di grandi pietre, si raggiunge il templum, cioè lo spazio suddiviso in quattro parti attraverso la direzione equinoziale (sorgere equinoziale)(fig. 7) e la direzione meridiana. Al centro delle due trincee sta il solium (figg. 8-9) cioè il seggio ove sedeva il sacerdote–augure per controllare il volo degli uccelli augurali, cioè gli uccelli scelti per determinare la volontà della divinità nell’accettazione o meno del sacrificio (nelle Tavole di Gubbio picchio verde e cornacchia da occidente, picchio e gazza da oriente, ma anche altri uccelli, che dalla toponomastica parrebbero il corvo ed il falco).
BIBLIOGRAFIA:
A.Ancillotti, R. Cerri – LE TAVOLE DI GUBBIO E LA CIVILTA’ DEGLI UMBRI – Edizioni
Jama, Perugia, 1996
A. Baldassari, E.Calzolari et alii – MISTERI DI LUNIGIANA…QUELLA DIVINA LASAGNA –
Luna Editore, La Spezia, 1998
G. Brozzo - LE ACQUE TERMO-MINERALI DEL GOLFO DELLA SPEZIA- Luna Editore, La
Spezia, 1998
E. Calzolari - LA COMUNITA’ DI FABIANO, SEGNI, RITI E MITI DI INDOEUROPEI, CELTI
ED ARIANI SULLE ALTURE DEL GOLFO DELLA SPEZIA – Luna Editore, La
Spezia, 1994
E. Calzolari - The Scornia’s Sacrifical Area – Abstracts “XIII INTERNATIONALE CONGRESS
OF PREHISTORY AND PROTOHISTORIC SCIENCES, FORLI’, 1996
E. Calzolari, D. Gori – MISTERI DI LUNIGIANA…LA FARFALLA DORATA – Luna Editore,
La Spezia, 2000
G. Maruotti – ITALIA SACRA PREISTORICA, LA DIMENSIONE EUROPEA DELLE
TAVOLE DI GUBBIO - Amministrazione Provinciale della Capitanata, Foggia,
1990
G. Maruotti – NELLE TAVOLE DI GUBBIO TRACCE INDO-EUROPEE – Le Monnier, Firenze,
1996
SACRA BIBBIA – Pentateuco – Libro del Levitico, Libro del Deuteronomio
Ricerca del consulente geologico dell' A.L.S.S.A., Associazione Ligure Sviluppo Studi Archeoastronomici, Dott. Davide Gori.
ARA DI SCORNIA 1
Il sito di Scornia, nel promontorio del Caprione, è stato scoperto applicando il principio olistico, cioè effettuando azione di survey in luoghi che mostravano una toponomastica pre-latina, in questo caso celtica, da skeir-na = luogo delle rocce. A conferma della veridicità di questo studio sta la considerazione che le carte notarili definiscono questo luogo come “Rocchette di Scornia”, presentando così il seguito toponomastico in lingua italiana conforme alla precedente radice celtica. Il primo megalite incontrato è stato quello portante un seggio vulviforme sub-verticale, passante, cioè sicuramente fatto dall’uomo (diversamente sarebbe il responso in caso di seggio vulviforme orizzontale passante, come nel caso dell’area megalitica di Campo de Già).
Oltre al precedente seggio vulviforme, che peraltro appare orientato verso il Sole che sorge al solstizio d’inverno, esistono due cerchi di pietre, con all’interno due pietre-altare. Una di queste pietre-altare è formata di due parti, la base e la tavola.La tavola è a forma di sella, cioè presenta una canalizzazione centrale. Sono state eseguite analisi spettrografiche sui due tipi di roccia di cui è composto l’altare:
- dolomia con Dolomite subeuedrale planare. Mxn, dedolomitizzata a plaghe;
- dolomia con Dolomite subeuedrale nonplanare, Fxn,(16-62 micron) luminescente , minutamente dedolomitizzata.
I costruttori dimostrano di conoscere la diversa natura delle rocce e di applicare questo schema in tutti gli altari del promontorio. Si noti che la seriazione naturale degli strati è inversa a quella ritrovata applicata nel reperto.
Il sito di Scornia è posto su una master-fault, cioè in un luogo ricco di emissioni che provengono dal sottosuolo. Il testimone più eccellente di questa ricchezza di emissioni è stato David Herbert Lawrence. Si veda il brano della sua lettera, riportato nell’approfondimento della Premessa, in cui narra del pic-nic compiuto sul crinale del Caprione, in vista delle Alpi Apuane e della costa verso Viareggio. Egli narra di sentire il sangue scorrere velocemente, e di sentire la voglia di saltare. Lawrence dimostra così di essere un soggetto ricettivo.
ARA DI SCORNIA 2
Le analisi spettrografiche svolte sulla seconda pietra-altare hanno evidenziato ancora che le due parti sono formate da rocce diverse:
- calcilutite terrigena tipo Wackestone silicoclastico, parzialmente dolomizzata, con inclusioni di opachi e sostanza organica debolmente luminescente attorno a resti di biocasti;
- dolomia con Dolomite euedrale subplanare, Mxn, luminescente, minutamente dedolomitizzata, con resti di problematici steli di crinoidi e di interclasti.
ARA DI SCORNIA 1
Il sito di Scornia, nel promontorio del Caprione, è stato scoperto applicando il principio olistico, cioè effettuando azione di survey in luoghi che mostravano una toponomastica pre-latina, in questo caso celtica, da skeir-na = luogo delle rocce. A conferma della veridicità di questo studio sta la considerazione che le carte notarili definiscono questo luogo come “Rocchette di Scornia”, presentando così il seguito toponomastico in lingua italiana conforme alla precedente radice celtica. Il primo megalite incontrato è stato quello portante un seggio vulviforme sub-verticale, passante, cioè sicuramente fatto dall’uomo (diversamente sarebbe il responso in caso di seggio vulviforme orizzontale passante, come nel caso dell’area megalitica di Campo de Già).
Oltre al precedente seggio vulviforme, che peraltro appare orientato verso il Sole che sorge al solstizio d’inverno, esistono due cerchi di pietre, con all’interno due pietre-altare. Una di queste pietre-altare è formata di due parti, la base e la tavola.La tavola è a forma di sella, cioè presenta una canalizzazione centrale. Sono state eseguite analisi spettrografiche sui due tipi di roccia di cui è composto l’altare:
- dolomia con Dolomite subeuedrale planare. Mxn, dedolomitizzata a plaghe;
- dolomia con Dolomite subeuedrale nonplanare, Fxn,(16-62 micron) luminescente , minutamente dedolomitizzata.
I costruttori dimostrano di conoscere la diversa natura delle rocce e di applicare questo schema in tutti gli altari del promontorio. Si noti che la seriazione naturale degli strati è inversa a quella ritrovata applicata nel reperto.
Il sito di Scornia è posto su una master-fault, cioè in un luogo ricco di emissioni che provengono dal sottosuolo. Il testimone più eccellente di questa ricchezza di emissioni è stato David Herbert Lawrence. Si veda il brano della sua lettera, riportato nell’approfondimento della Premessa, in cui narra del pic-nic compiuto sul crinale del Caprione, in vista delle Alpi Apuane e della costa verso Viareggio. Egli narra di sentire il sangue scorrere velocemente, e di sentire la voglia di saltare. Lawrence dimostra così di essere un soggetto ricettivo.
ARA DI SCORNIA 2
Le analisi spettrografiche svolte sulla seconda pietra-altare hanno evidenziato ancora che le due parti sono formate da rocce diverse:
- calcilutite terrigena tipo Wackestone silicoclastico, parzialmente dolomizzata, con inclusioni di opachi e sostanza organica debolmente luminescente attorno a resti di biocasti;
- dolomia con Dolomite euedrale subplanare, Mxn, luminescente, minutamente dedolomitizzata, con resti di problematici steli di crinoidi e di interclasti.