Ipotesi di raffigurazione altro idolo farfalla su petroglifo di Naquane, in Val Camonica, dove si trova il già noto petroglifo di Foppe di Nadro.
L' immagine a sinistra non è ancora stata pubblicata dagli studiosi della Val Camonica, per cui ogni ipotesi rimane aperta.
Una ipotesi di stampo materialista ha proposto che si tratti della rappresentazione di un’ascia bipenne (ipotesi n° 1).
Un’altra ipotesi fomulata la definisce soltanto come immagine “ancestrale”, antecedente in scala temporale alla immagine di Foppe di Nadro, già classificata dal prof. Emmanuel Anati come “idolo farfalla” (pag. 107 del libro “Valcamonica, una storia per l’Europa – Il linguaggio delle pietre” Edizioni del Centro, Capo di Ponte, Brescia, 1995). Questa immagine è stata invece definita come ”animale psicopompo”, atto per ricondurre lo spirito di un defunto (in questo caso un maschio) alla costellazione-generatrice, in cui si sono formati gli spiriti prima di discendere ulla Terra. Quest’ultima definizione è conseguente all’esame dei contenuti dell’Ipogeo di Sas Concas (2.700 a.C. – Cultura di Oniferi – Nuoro, Sardegna), perfetta aula di cosmogonia shamanica, ampiamente studiata e pubblicata nel libro “La preistoria del Caprione” – Marna Editrice, Barzago (Lecco), 2006 – 2° Edizione 2010, autore Enrico Calzolari. Poiché l’aggettivo ancestrale non costituisce una ipotesi semantica, non la si può accettare come soddisfacente, né computarla come ipotesi n° 2.
L’analisi completa della nuova farfalla presenta in alto un croce di tipo templare, che apre un nuovo complesso scenario, conseguente alla pubblicazione del libro “Segreti templari” – Edizioni Segno, Tavagnacco (Udine), 2018, autore Enrico Calzolari. Nella quarta pagina di copertina del libro se ne riassume il contenuto con le seguente frase: “Dai megaliti dei signori del tempo [gli shamani della preistoria] ai misteriosi simboli templari: clava, spada e ascesi dello spirito”. Lo studio delle simbologie contenute nei capitelli delle colonne della chiesa di Vico Pancellorum (etimologia latina da Vicus Panicellorum, cioè luogo in cui esisteva un’ospedale dei Templari) lungo la strada del Passo dell’Abetone, non sarebbe stato possibile se non vi fosse stata l’indagine esoterica, attuata da un medico energetico. Attraverso questa indagine si è capito che la forma mentis degli shamani della preistoria era improntata al raggiungimento di una evoluzione dell’uomo (cosmogonia shamanica) e che questa frequenza elevata si era ritrovata nella spiritualità dei Templari, emersa dalle simbologie da loro utilizzate in monumenti-archetipo, quali appunto la chiesa di Vico Pancellorum. La croce di tipo templare, incisa in prossimità del petroglifo sopra esaminato, ne sarebbe la prova evidente. Quindi, in attesa che qualcuno possa proporre una nuova ipotesi (ipotesi n° 3) si adotterà, come ipotesi n° 2, quella di considerare come “farfalla-animale psicopompo” la immagine finora non pubblicata dagli studiosi di Val Camonica, né del Centro Camuno di Studi Preistorici, né del Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica.
Accettando l’ipotesi n° 2 come sopra proposto, si avrebbero in Val Camonica due petroglifi a forma di farfalla.
Una ipotesi di stampo materialista ha proposto che si tratti della rappresentazione di un’ascia bipenne (ipotesi n° 1).
Un’altra ipotesi fomulata la definisce soltanto come immagine “ancestrale”, antecedente in scala temporale alla immagine di Foppe di Nadro, già classificata dal prof. Emmanuel Anati come “idolo farfalla” (pag. 107 del libro “Valcamonica, una storia per l’Europa – Il linguaggio delle pietre” Edizioni del Centro, Capo di Ponte, Brescia, 1995). Questa immagine è stata invece definita come ”animale psicopompo”, atto per ricondurre lo spirito di un defunto (in questo caso un maschio) alla costellazione-generatrice, in cui si sono formati gli spiriti prima di discendere ulla Terra. Quest’ultima definizione è conseguente all’esame dei contenuti dell’Ipogeo di Sas Concas (2.700 a.C. – Cultura di Oniferi – Nuoro, Sardegna), perfetta aula di cosmogonia shamanica, ampiamente studiata e pubblicata nel libro “La preistoria del Caprione” – Marna Editrice, Barzago (Lecco), 2006 – 2° Edizione 2010, autore Enrico Calzolari. Poiché l’aggettivo ancestrale non costituisce una ipotesi semantica, non la si può accettare come soddisfacente, né computarla come ipotesi n° 2.
L’analisi completa della nuova farfalla presenta in alto un croce di tipo templare, che apre un nuovo complesso scenario, conseguente alla pubblicazione del libro “Segreti templari” – Edizioni Segno, Tavagnacco (Udine), 2018, autore Enrico Calzolari. Nella quarta pagina di copertina del libro se ne riassume il contenuto con le seguente frase: “Dai megaliti dei signori del tempo [gli shamani della preistoria] ai misteriosi simboli templari: clava, spada e ascesi dello spirito”. Lo studio delle simbologie contenute nei capitelli delle colonne della chiesa di Vico Pancellorum (etimologia latina da Vicus Panicellorum, cioè luogo in cui esisteva un’ospedale dei Templari) lungo la strada del Passo dell’Abetone, non sarebbe stato possibile se non vi fosse stata l’indagine esoterica, attuata da un medico energetico. Attraverso questa indagine si è capito che la forma mentis degli shamani della preistoria era improntata al raggiungimento di una evoluzione dell’uomo (cosmogonia shamanica) e che questa frequenza elevata si era ritrovata nella spiritualità dei Templari, emersa dalle simbologie da loro utilizzate in monumenti-archetipo, quali appunto la chiesa di Vico Pancellorum. La croce di tipo templare, incisa in prossimità del petroglifo sopra esaminato, ne sarebbe la prova evidente. Quindi, in attesa che qualcuno possa proporre una nuova ipotesi (ipotesi n° 3) si adotterà, come ipotesi n° 2, quella di considerare come “farfalla-animale psicopompo” la immagine finora non pubblicata dagli studiosi di Val Camonica, né del Centro Camuno di Studi Preistorici, né del Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica.
Accettando l’ipotesi n° 2 come sopra proposto, si avrebbero in Val Camonica due petroglifi a forma di farfalla.