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I Megaliti e l'Archeoastronomia
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COMPLEMENTARIETA’ FRA LA FARFALLA DORATA (CAPRIONE ) E IL SASSO DEL REGIO (CASENTINO)  IN TERMINI DI ORIENTAMENTI DI PALEOASTRONOMIA (SOLSTIZIO D’ESTATE E SOLSTIZIO D’INVERNO) E DI EUGENETICA (FASE DEL CONCEPIMENTO E FASE DEL FABBISOGNO DI CALCIO PER LO SCHELETRO DEL FETO).
Secondo l’archeologo Terence Meaden anche il sito di Stonehenge era dedicato al culto della fertilità!


Enrico Calzolari (SIA – ALSSA)   

Il sito di San Lorenzo al Caprione, ovvero della “farfalla dorata”.
Nel  sito di San Lorenzo al Caprione (Comune di Lerici) al tramonto del solstizio d’estate, quando il Sole assume una declinazione di 19° N (16 maggio), si forma la farfalla dorata, che perdura fino a quando il Sole assume la declinazione di 19° S (26 luglio). Ciò permetteva  una lunga frequentazione del sito, al fine che le giovani donne delle tribù preistoriche rimanessero certamente incinte in quel particolare momento dell’anno. Ciò in conseguenza del progress fra  campi elettromagnetici - enzini – ormoni, favorito dalle emissioni della faglia principale (master fault) con cui si aperto il Mar Tirreno.  Questa  esigenza rientra nella eugenetica  (la buona nascita) perché permette che, data la durata della gestazione in dieci lune (nella preistoria non si utilizzavano ancora i mesi) i nuovi nati nascessero nella luna di aprile, così come nascono i cavallini bradi. Nascere nel bosco nelle  fredde lune invernali avrebbe fatto correre il rischio di perdere sia i nuovi nati sia le giovani madri. Ciò non poteva essere tollerato in piccole tribù di trenta-quaranta persone, che sopravvivevano in grotte o capanne, sottoposte a dure condizioni climatiche. Come sopravvivere a una emorragia da parto o a una depressione post partum  durante i freddi periodi invernali? Si  calcola che già a trent’anni i nostri antenati morissero, e che, pertanto, le giovani donne dovessero consumare il matrimonio attorno a quindici-sedici anni. Molti si stupiscono che già allora si facesse la pianificazione delle nascite, ma il ritrovamento di undicimila tombe di giovani donne morte di parto in un’ansa del Danubio, ha fatto capire quanto grande fosse il rischio della nascita, e quindi quanto grande dovesse essere la cura  destinata a governare questa fase della vita umana. Il ritrovamento di tombe contenenti giovani scheletri maschili e femminili, lapidati assieme, ha fatto inoltre capire come vigesse una ferrea disciplina perché l’unione in matrimonio fosse consentita solo quando le giovani donne avessero raggiunta una adeguata capacità di bacino, in modo da evitare le difficoltà di parto. Nelle tribù la vita sociale era organizzata in modo che i giovani fossero divisi in due gruppi, e non si potessero frequentare se non secondo regole collettive  fatte rispettare dagli anziani e/o dagli shamani. Convinzioni simili sono connesse col fatto che ancora nelle bronzee Tavole di Gubbio, datate al III secolo a.C. ma relative alla civiltà degli Osco-Umbri, che avevano abbandonato la pianura ove oggi è collocato il Mar Nero, perché il mare la stava invadendo, si leggano due distinti termini per indicare il gruppo maschile e il gruppo femminile. Il termine puplitelli   indica il popolo dei maschi e il termine natine fratru  indica il gruppo femminile. Dal primo deriva l’attuale voce “popolo”, mentre  dal secondo è derivato il nome femminile Nadine, tuttora utilizzato in Francia.  
Si deduce da ciò che il tetralite del Caprione fosse dedicato alle nascite, e fosse sacro alla Dea Madre, simbolizzata dalla losanga che sovrasta i due ortostati. Detta simbologia si ritrova nel trilite del sito di Niolu (Corsica) e nel trilite del Signal de Randon (Lozère, Massiccio Centrale di Francia). Secondo la studiosa Marisa Grande questo antico culto della Dea Madre apparteneva al periodo precessionale freddo, mentre nel periodo precessionale caldo la divinità protettrice era Orione.  Nel sito di San Lorenzo al Caprione, oltre al culto della vita e della sua sacralità, si celebrava la dipartita dello spirito dopo la morte, per raggiungere la costellazione-generatrice, cioè la costellazione dove vivono gli antenati, aiutati dallo shamano/shamana che attivava l’animale psicopompo, in questo caso rappresentato  dalla leggerezza del volo della farfalla di luce dorata. L’utilizzo di entrambi i termini shamano/shamano è dovuto alla semantica del petroglifo di Foppe di Nadro, che si rinviene  in Val Camonica.  In tutti i petroglifi della valle le femmine sono rappresentate da un antropomorfo che porta in basso un tondino, mentre i maschi sono rappresentati da un antropomorfo che porta in basso un tratto rettilineo.  Nell’incisione  della Roccia n° 27 di Foppe di Nadro il defunto che sta per decollare verso il cielo, e che porta ali di farfalla,  ha la barretta lineare (quindi maschio) mentre l’antropomorfo che lo sostiene per iniziare il decollo non ha né la barretta né il tondino (quindi non è determinato nel sesso).

Il Sasso del Regio in territorio di Stia, nel Casentino.  
Ho potuto visitare il luogo ove è ubicata questa pietra incisa, accompagnato dallo scopritore Stefano Carboni, cui vanno i più sentiti ringraziamenti per la gentile accoglienza. È stato possibile  sentire il racconto della sua  scoperta e delle tradizioni che sono fiorite attorno a questo sasso, comprese nel libro da lui  pubblicato. In termini di antropologia culturale risultano importanti, per il Teorema di Bayes sulle probabilità composte,  le sovrapposizioni dei  seguenti elementi tutti nello stesso sito:
1) la presenza di una roccia incisa;
2) l’orientamento della parete, portante le incisioni, perfettamente ortogonale alla direzione della linea congiungente il centro della roccia con il  punto della linea di crinale (sky line)  in cui tramonta il Sole al Solstizio d’inverno;
3) la tecnica del gioco delle ombre per determinare la penetrazione dei raggi solari all’interno di un incavo scavato su due livelli di profondità senza creare ombra  all’interno. Ciò si verifica soltanto al tramonto del Sole al Solstizio d’inverno;
4) la presenza di una fonte poco più in basso del masso (ordine di poche decine di metri);
5) la tradizione che l’acqua di detta fonte sia sta utilizzata per le partorienti sia per la cura degli occhi;
6) che l’apparizione della Madonna abbia indotto i contadini del luogo alla erezione di un santuario mariano a poche centinaia di metri in linea d’aria;
7) che il luogo sia un terminale di rogazioni partenti da detto santuario;
8) che nel sito esista la continuità del sacro, dalla preistoria e/o protostoria fino al cristianesimo.
Fra i petroglifi incisi nella roccia emergono con chiarezza due  figura di donna, simili nella essenzialità del tratto, ma una snella e una incinta, e confermano e potenziano la significatività di questo messaggio le incisioni di  una vulva e di  un itifallo. Le dieci linee verticali parallele, inserite in queste precise  tematiche, potrebbero rappresentare le dieci lune della gestazione umana. Un orante completa il quadro, e sta a significare la richiesta di aiuto alla divinità per  portare a termine le dieci lune della gestazione, vista l’elevata rischiosità del percorso.
Un altro elemento importante, sempre  in termini del Teorema di Bayes  per  il calcolo delle probabilità composte, al fine di rendere credibile  l’ipotesi che il Sasso Regio, con la sua acqua ricca di calcio,  venisse frequentato dalle donne in  gravidanza per assicurare la sufficienza di apporto di calcio per formare lo scheletro  nel nascituro, rafforza ulteriormente l’ipotesi che   la vitalità antropologica di  questa pietra sia  complementare  alla vitalità antropologica  della  prima fase del concepimento, così come emerge nel Caprione. Ovviamente non è pensabile che le giovani donne,  che avevano passato nel Caprione un periodo di tempo per rimanere incinte, si spostassero nel Casentino al sesto mese per rafforzare l’apporto del calcio con l’acqua di quella fonte, ma entrambi i siti, separatamente, ci forniscono conoscenze per capire come gli antichi nostri predecessori curassero particolarmente l’eugenetica. Le acque che sgorgano ancora nella sorgente di Redarca (etimologia latina da rivus de aqua) sono ricchissime di calcio e quindi ci consentono di  affermare che nel Caprione esistesse una esauriente risorsa di calcio per far avvenire una gravidanza equilibrata senza il bisogno di spostarsi lontano. Sarà un compito degli studiosi locali del Casentino ricercare luoghi con caratteristiche elettromagnetiche tali che favoriscano il progress verso la produzione di enzimi e quindi di ormoni, adatti per far avvenire la fecondazione. Il successivo schema è stato pubblicato nel libro dello scopritore e proprietario  del sito, Stefano Carboni, a titolo “Il Sasso del Regio. Un calendario luni-solare”. Lo scopo della presente ricerca non entra quindi nel campo della paleoastronomia, trattato nel libro, ma rimane nel campo della antropologia culturale, cercando di chiarire come, riferendosi a tempi diversi dello svolgimento della gravidanza (controllata secondo i ritmi delle dieci lunazioni), vi si rinvengano  richiami verso l’eugenetica, scanditi dal calendario astronomico (fecondazione al solstizio d’estate – massima necessità di fabbisogno di calcio  al solstizio d’inverno – nascita all’equinozio di primavera)

Un bel regalo natalizio dall’Inghilterra!
Il giorno 13 dicembre 2017 il sito ‘Stone Pages Archaeo News’ aveva divulgato la notizia che il sito di Stonehenge era sito dedicato al culto della fertilità! Si veda Terence Meaden, archeologo.

Ed inoltre:
Lo studioso di Arezzo Giovanni Nocentini ha trovato che vi sono altre tre sorgenti ricche di calcio in territorio aretino, e accanto si nota la tradizione di donne che partoriscono, attraverso la presenza di tre Madonne.
Una è quella di Piero della Francesca (Madonna del Parto)!
Un’altra ha la Madonna che allatta con il seno sinistro.
Un’altra Madonna, che prima allattava con il seno sinistro, è stata ricoperta perché considerata oscena!

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